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Indifferenza e Abbandono
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Sono certa di aver già postato il testo poetico INDIFFERENZA E ABBANDONO
A seguito dell’immane ecatombe di naufraghi, ripropongo alla nostra sbiadita “pietas”, il testo “Indifferenza e Abbandono”. Lo composi, l’11 novembre 1996. Da allora, non solo non è mutato niente, anzi la situazione è deteriorata e allo sbando. Come non essere turbati ed affranti ? < fn:body>
INDIFFERENZA E ABBANDONO (Ad Attilio Lolini) Attilio, ho pudore di lamentarmi se la sorte non fu benigna quando esseri ignari in fuga disperata sfidano le onde degli avversi mari per un incerto esilio. In barche temerarie solcano la furia scomposta degli uragani e mentre i gorghi schiumeggiano riottosi annodano in cuore i vezzi leggiadri della donna amata. I morti son riversi sulla fulva terra che li avvolge di gelidi abbracci.
Addobbati da informi stracci gemono i bimbi sui petti avvizziti delle madri. I loro gracili pianti frustano le inerte coscienze e la civile dimenticanza. Dormono i mostri assopiti nelle paludi dell’anima. Despoti astuti dai turpi pensieri. Uomini concupiti dal potere più non dividono il bene dal male e affossano la giustizia con arroganza e sterili discorsi. I decreti sazieranno gli affamati? Mentre l’offesa libertà gronda sangue, l’umana dignità col volto bendato di vergogna langue. M. Teresa Santalucia Scibona Da “ Il viaggio Verticale” (gennaio 2001) -I quaderni della Valle n.27 Emilio Coco Editore
Indifferenza e Abbandono
poesie.png
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Sono certa di aver già postato il testo poetico INDIFFERENZA E ABBANDONO
A seguito dell’immane ecatombe di naufraghi, ripropongo alla nostra sbiadita “pietas”, il testo “Indifferenza e Abbandono”. Lo composi, l’11 novembre 1996. Da allora, non solo non è mutato niente, anzi la situazione è deteriorata e allo sbando. Come non essere turbati ed affranti ? < fn:body>
INDIFFERENZA E ABBANDONO (Ad Attilio Lolini) Attilio, ho pudore di lamentarmi se la sorte non fu benigna quando esseri ignari in fuga disperata sfidano le onde degli avversi mari per un incerto esilio. In barche temerarie solcano la furia scomposta degli uragani e mentre i gorghi schiumeggiano riottosi annodano in cuore i vezzi leggiadri della donna amata. I morti son riversi sulla fulva terra che li avvolge di gelidi abbracci.
Addobbati da informi stracci gemono i bimbi sui petti avvizziti delle madri. I loro gracili pianti frustano le inerte coscienze e la civile dimenticanza. Dormono i mostri assopiti nelle paludi dell’anima. Despoti astuti dai turpi pensieri. Uomini concupiti dal potere più non dividono il bene dal male e affossano la giustizia con arroganza e sterili discorsi. I decreti sazieranno gli affamati? Mentre l’offesa libertà gronda sangue, l’umana dignità col volto bendato di vergogna langue. M. Teresa Santalucia Scibona Da “ Il viaggio Verticale” (gennaio 2001) -I quaderni della Valle n.27 Emilio Coco Editore
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Data: 26/02/2021 Ora: 04:20 |
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